Bartender: Non il solito barman, per il non solito cocktail

Cominciamo con una definizione e un chiarimento: il barman è colui che fa della preparazione di cocktail e della mescita di bevande alcoliche la sua professione.

Altresì, il barista – la traduzione letterale di barman è il proprietario o gestore di un bar, o al massimo l'addetto al bancone.
Nessun male, ci mancherebbe, ma il barman è un professionista – e ci tiene a questa puntualizzazione - specializzato nella mescita di alcolici; poi magari, è anche barista.

Bartender barman speciale per cocktail speciali

Bartender barman speciale per cocktail speciali
I “bartenders”, a loro volta, sono una categoria a se stante di barman, specialisti nello show, che usano la tecnica americana chiamata, “bartending”. In questa tecnica si fondono psicologia di vendita, accoglienza e intrattenimento della clientela, il tutto condito con velocità e spettacolarizzazione dell’ esecuzione.
Forse avete capito a cosa stiamo facendo riferimento: all’arte di preparare un cocktail facendo volare in aria bicchieri, bottiglie e cubetti di ghiaccio; ebbene tutto ciò, dal gergo dei bartender, prende il nome di “flair” (letteralmente “fiuto, attitudine, inventiva”).

Il flair è la maniera in cui si costruiscono cocktail utilizzando versaggi multipli o contemporanei, invertendo prese e lanci con movimenti aggraziati o marziali, lanciando o afferrando oggetti davanti o dietro la schiena, il tutto senza sbagliare le dosi degli ingredienti imposte da ogni drink.
Nel flair spesso si utilizzano contemporaneamente 3, 4, perfino 5 bottiglie; e poi shaker d’acciaio, pinze, pestelli, bicchieri da frullatore, cubetti di ghiaccio, frutta varia, cannucce, tovagliolini, bicchieri. Tutto quello che può girare e volare per aria, ma tutti rigorosamente attrezzi di lavoro e ferri del mestiere; lo scopo finale, in fondo, è quello di creare un buon cocktail da sorseggiare.

Bartender barman speciale per cocktail speciali
Bartender barman speciale per cocktail speciali
Negli USA, da dove nascono il nome e l’arte, esiste una categoria di bartenders che denominati "freestyler" per il particolare modo di lavorare ed organizzare l'attività di barman.
Per comprendere meglio come si sia evoluta ed espansa la tendenza del “bartender freestyler”, è bene specificarne la storia: tempo fa, negli States, le tutto ciò che era legato all'alcool, dalla produzione alla vendita, subì un grande contraccolpo dovuto alla recessione economica a seguito di una legge che vietava (e vieta tutt’oggi) di pubblicizzare ed indurre la vendita di alcolici. Era quindi necessario trovare soluzioni valide ed alternative per ridare smalto al piacere del bere, anche in qualità di aggregatore sociale. Si doveva restituire a bar, caffetterie, pub e disco-bar quel appeal ormai perduto; il  “freestyle” risultò la soluzione migliore.

Bartender barman speciale per cocktail speciali
Bartender barman speciale per cocktail speciali
Giovani bartender diventarono famosi per il loro avvincente metodo di lavoro, divertente e spettacolare, intrattenendo il pubblico con il “flair”. L'organizzazione del famoso evento “TGI Friday's” (Thanks God lt's Friday), adottò e sviluppò questo sistema; iniziò cosi la diffusione mondiale di questo nuovo stile.
Il film “Cocktails”, con la presenza di un grande testimonial quale Tom Cruise, assicurò il successo del film e di questo nuovo modo di lavorare dietro ad un bancone.


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