Il termine «ecologico» usato per la casa ha qui il significato di attenzione alle conseguenze negative dell'uso indiscriminato di certi materiali nel campo della progettazione e dell'arredamento, derivanti essenzialmente dalla non considerazione o non conoscenza delle caratteristiche nocive proprie di alcuni di essi.
Un esempio per tutti è l'amianto, usato per decenni nell'edilizia come isolante (controsoffitti, pannelli dietro ai termosifoni, sottopentole) e ora posto fuori legge nei locali pubblici, in quanto riconosciuto come. Accanto allo studio per prevenire l'inquinamento esterno, ambientale, si sta oggi sviluppando un campo di ricerca sull'inquinamento domestico (indoor pollution), talvolta addirittura superiore a quello esterno.
Senza arrivare ai casi ormai noti dell'amianto o della formaldeide (usata nelle colle, nelle vernici e come legante nei pannelli di legno truciolare o come espanso nella urea-formaldeide), tutti sappiamo che un pavimento con la moquette porta a «prendere la scossa» quando tocchiamo l'interruttore della luce o la maniglia di una porta; o siamo altresì consapevoli della possibilità di allergie scatenate dagli acaridi della polvere che si annidano nella moquette più che in altri pavimenti: sono indizi di una situazione di non equilibrio su cui dovremmo riflettere, quando scegliamo i materiale per la nostra casa.
La bioarchitettura
È una scienza relativamente nuova che parte dalla convinzione che «la casa è la nostra terza pelle, dopo l'epidermide e i vestiti che indossiamo»
Da qui nasce la convinzione che i materiali che compongono la casa devono permettere la traspirazione e agire da filtro per purificare le sostanze tossiche derivanti dall'inquinamento esterno.
È un campo affascinante, anche perché ritrova le sue origini in antiche teorie orientali, come il Feng-shui, che studia il miglior rapporto tra uomo e ambiente considerando, fra l'altro, la posizione degli arredi e dei materiali usati (è una proposta che viene presentata per migliorare la capacità lavorativa nei posti di lavoro).
Sono teorie di cui oggi si parla spesso e che, nella ricerca di un vivere più sano, propongo-
no in particolare:
- una riduzione dell'uso di materiali con buona conducibilità (cemento e metalli) in favore di materiali semiconduttori come il legno;
- un uso minimo di materiali sintetici e isolanti chimici, in favore di materiali permeabili che garantiscano il flusso e la ionizzazione continua dell'aria;
- un'informazione corretta del grado di radiazione dei singoli materiali.
Nel campo della bioarchitettura si stanno facendo in particolare serie ricerche sulle radiazioni derivanti:
- dal terreno (da cui l'importanza della scelta del luogo);
- dai materiali stessi, in alcuni casi emanatori di gas radioattivi, come il radon, di cui sono stati impregnati nel sottosuolo e che poi emanano negli ambienti.
E’ un campo vastissimo che indica una situazione di disagio e ricerca di soluzioni nuove più sane, dopo un periodo nel quale il termine «prodotto naturale» era sinonimo di “superato”. Non è un caso infatti che negli ultimi anni si è anche ritornati all’utilizzo massiccio di determinati materiali o pietre naturali (come ad esempio il porfido o il marmo di Carrara, giusto per citarne due), per arredare anche gli interni dell’abitazione e non solo per realizzare pavimentazioni per esterni.
Oggi, pur senza rinunciare a quanto la ricerca scientifica ha proposto di innovativo, si cerca da un lato di rivalutare i materiali tradizionali, dall'altro di scoprire gli aspetti nocivi certi prodotti e di porvi rimedio.
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